A natural leader, a poet
A Shaman, w/the
Soul of a clown.
Jim Morrison, “Road Days”
Quando un personaggio pubblico diventa larger than life, tende a perdere quei tratti umani che sopravvivono soltanto nei ricordi di chi lo ha conosciuto veramente. Negli anni ho avuto la fortuna di incontrare i compagni di band di Jim Morrison, alcuni tra i suoi più cari amici e collaboratori, persone che lo hanno conosciuto. Le loro testimonianze convergono verso il ritratto di un giovane uomo caloroso, brillante, divertente, intelligente, estremamente colto, talentuoso e totalmente fuori controllo.
Eppure, 50 anni dopo la sua scomparsa, molti non conservano di Morrison che l’immagine stereotipata e oleografica della rock star maledetta. Non che ci sia qualcosa di male nell’essere un dio del rock (e, intendiamoci, se c’è qualcuno che lo è stato davvero, questo è proprio il Re Lucertola), ma nel suo caso particolare lo scarto tra il luogo comune e la realtà è tanto grande da far venire i brividi.
Non mi dilungherò sui tanti miti da sfatare a proposito di Jim Morrison, perché ne ho già parlato in questo articolo del 2013 su Accordo.it e da allora non è cambiato pressoché nulla. Tutt’altro. Oggi, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa, mi limito a gioire del fatto che in un sabato di luglio del 2021 in tutto il globo venga ricordato un ragazzo scomparso mezzo secolo fa a soli 27 anni. Questo, per un attimo, mi fa sperare che in un mondo così diverso da quello che ha assistito all’ascesa di Jim e dei Doors sia rimasto qualcosa della loro magia, che gli ideali che incarnava trovino ancora uno spazio, che le sue parole incontrino un interlocutore coraggioso.
Io stessa, pur avendolo fatto infinite volte in questi decenni, oggi mi trovo a ripercorrere con il pensiero la sua vita come se fosse una highway americana, dalla sua infanzia nomade, al richiamo irresistibile della California, dagli studi di cinematografia alla UCLA agli incontri con i futuri compagni di band e con il destino, da un’idea nata per caso sulla spiaggia di Venice alla deflagrazione di una carriera durata poco più di 4 anni ma destinata a riecheggiare per sempre, dalla sfida all’establishment al penoso processo di Miami e alla persecuzione sino all’addio all’America e alla triste fine della corsa a Parigi, da artista in esilio. E la poesia. Fiumi di poesia come segnaletica lungo tutta la strada, a indicare il percorso da seguire per raggiungerlo.
Una storia triste? Sì, per molti versi, ma è una storia leggendaria e per questo, a differenza di tantissime altre vicende dal mondo del rock, è arrivata fino a noi e continua a essere celebrata.
La leggenda, così come il genio, non ha bisogno di essere confezionata da penne sapienti, non si ingigantisce attraverso gli algoritmi dei social network e non vince tornei su piattaforme musicali di streaming: esiste, si nutre di se stessa, vive fuori dal tempo e continua a rinnovare lo stupore in chi la ascolta. Jim Morrison è un mito dal fascino intramontabile, che sopravvive nonostante nessuno si prodighi davvero per perpetuarlo e malgrado il mondo odierno ci abbia ormai abituato a ben altro.
Jim Morrison non è per niente alla moda, anzi, non lo è mai stato. È stato un performer eccezionale ma totalmente fuori dai canoni dell’epoca (figuriamoci quelli moderni) ed era un instancabile fabbro della parola, non solo in qualità di autore dei testi delle canzoni dei Doors, ma anche come regista e soprattutto come poeta. Pochi giorni fa è uscito il volume The Collected Works of Jim Morrison: Poetry, Journals, Transcripts, and Lyrics, un progetto in collaborazione con il Morrison Estate e curato da Frank Lisciandro, uno dei più cari amici e collaboratore di Jim che in questi anni è stato letteralmente il mio ponte con lui. È uno scrigno di tesori – editi e inediti – dal valore inestimabile e un ulteriore tentativo di presentare la parte di lavoro di Morrison a cui teneva di più. Se oggi il mondo potesse ascoltarmi, gli direi di comprarne una copia.
Un brindisi a te, Morrison!
The grand highway
is
crowded
w/
lovers
&
searchers
&
leavers
so
eager
to
please
&
forget.
Wilderness.
Fede spacchi quasi come Jim
Ahahah! Ti adoro Paul!
Un ricordo di Jim estremamente delicato e poetico. Come Jim.
Che belle parole Barbara… GRAZIE di cuore!